La lettera al segretario del Pri del maggio 2008
"Su richiesta di Berlusconi"

A Savoldi e Gambi ha già risposto La Malfa

Pubblichiamo la nota che i consiglieri nazionali Savoldi e Gambi hanno fatto circolare in questi giorni fra gli iscritti ed i dirigenti del Partito repubblicano e che molti già conoscono. Quasi nessuno conosce invece la lettera che l’onorevole Giorgio La Malfa scrisse al segretario del Pri Francesco Nucara il 5 maggio 2008 e che ora può essere considerata come una risposta anticipata alle tesi sostenute da Savoldi e Gambi. Pubblichiamo anche quella.

La decisione del Collegio dei Probiviri di secondo grado di confermare l’espulsione dal PRI di Giorgio La Malfa è grave e verosimilmente non giuridicamente fondata, come ci auguriamo appuri un Tribunale della Repubblica.
Sul piano politico, l’aver consentito di giungere a questo punto è colpevole e sommamente ridicolo.
La posizione politica che oggi sostiene Giorgio La Malfa non solo è l’unica che potrebbe far uscire il PRI dal suo attuale ruolo di “servo sciocco” di Berlusconi, ma è quella alla quale – come si è appurato nel corso dell’ultima Direzione Nazionale – diversi dirigenti del PRI si richiamano come naturale approdo della storia e delle tradizioni politiche repubblicane.
Si vede, finalmente, in tutta la sua ampiezza, la grave ambiguità che è stata sancita dall’ultimo Congresso Nazionale.
Nessuna linea politica, nessuna indicazione di prospettiva e, nel frattempo, com’è successo, ciascun parlamentare fa quello che vuole e dice quello che gli va.
Nel corso delle riunioni di Direzione, l’unica preoccupazione del Segretario è stata quella di non far discutere di quadro politico, seppure ci si trovi in una condizione politica, economica e sociale del Paese drammatica.
In tutto questo bel quadro, si è unicamente, pervicacemente e molto stupidamente perseguito l’obiettivo di cacciare Giorgio La Malfa, senza minimamente valutare la straordinarietà di questo momento.
Un autentico disastro!
Verrebbe voglia di mollare tutto, ma non lo faremo per il rispetto di quanti (e sono tanti) la pensano come noi.

Sergio Savoldi, Paolo Gambi

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Caro Francesco, nel nostro colloquio di mercoledì 30 aprile svoltosi alla Camera abbiamo affrontato la questione della nostra collocazione nei gruppi parlamentari.
La tesi che ti ho esposto è che ci troviamo in una situazione molto diversa dal 2006. Nel 2006 i partiti della Casa della Libertà costituivano ciascuno il proprio gruppo parlamentare e quindi tutti i partiti conservavano la propria identità attraverso il gruppo parlamentare. Noi lo facemmo nella sola forma possibile della iscrizione al gruppo misto. Oggi la situazione è totalmente diversa.
Il gruppo Pdl comprende i deputati che fanno capo ai diversi partiti che hanno preso parte alla lista del Popolo della Libertà. I partiti che hanno formato le liste Pdl conservano, almeno per ora, la loro indentità. L’identità del Partito repubblicano può essere solo difesa all’interno di questo gruppo. Per questo motivo non vi è ragione di non farne parte. L’adesione al gruppo misto, invece, a meno che essa non venga fatta su richiesta di Berlusconi, si presterebbe ad essere interpretata non come una difesa dell’identità del Pri, ma come una rottura con il Pdl.
Venerdì mattina mi hai informato che avevi preso contatti con il futuro capogruppo della Pdl, Cicchitto, ed il suo vice, Leone. Per telefono nel pomeriggio mi hai detto che mi avresti informato dell’esito di quei contatti. Mi risulta che vi è stata una telefonata fra te e Leone.
Mi dispiace che dopo le elezioni e prima di questa decisione non sia stato da te convocato un organo politico, come la Direzione Nazionale o il Consiglio Nazionale. Quando questo avverrà, sarà possibile discutere a fondo di questi problemi e del futuro del partito.
Cordialmente,

Giorgio La Malfa, 5 maggio 2008